Il coraggio di dire no

Lea Garofalo, esempio di coraggio e riscatto sociale

Recentemente, Rai Uno ha trasmesso la fiction Lea, incentrata sulla triste vicenda di Lea Garofalo. Falco Editore ha pubblicato “Il coraggio di dire no”, l’unico libro italiano interamente dedicato alla figura della povera Lea. Marco Tullio Giordana ha deciso di raccontare sul piccolo schermo la vicenda della giovane donna, madre, moglie, che ebbe il coraggio di ribellarsi al sistema coercitivo della ‘ndrangheta.

Non c’è onore, non c’è rispetto. C’è solo l’omicidio di una donna che ha parlato. Che ha avuto il sacrosanto coraggio di dire no, e ha pagato col sangue.

Il coraggio di dire no

Il libro di Paolo De Chiara.

Un sequestro in pieno centro in Lombardia; una ragazza resa orfana di madre per volere del padre; un omicidio che vuol far tacere per sempre una donna che si ribella al “sistema-mafia”. La morte non azzittisce la vittima, ma fa sì che la sua storia abbia eco. Il coraggio di dire no, giunto alla quarta ristampa, presenta la vita di Lea Garofalo ricostruita dal giornalista Paolo De Chiara. È la storia di una donna ribelle che lottò per dare un futuro migliore a sua figlia e combatté con coraggio per la sua libertà.

La storia di Lea Garofalo, di questo ci parla. Di una vita violenta vissuta in un clima di perenne e quotidiana violenza. Un’esistenza dove la tenerezza, l’affetto, la comprensione non hanno mai trovato spazio. Forse, ma questo lo si avverte leggendo il libro e soffermandosi a riflettere sulle pagine più dense, alla fine della sua vicenda umana. Lea aveva capito che una vita violenta non è più vita e per questo aveva chiesto aiuto. Perché quando rompi con la famiglia, quando vuoi venirne fuori, diventi una infame, una cosa lorda, la vergogna per il padre, i fratelli, il marito. E la vergogna si lava con il sangue [dalla prefazione di Enrico Fierro].

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