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La vita Opaca

11,00 

Autore: Roberto Gelmini

Genere: Narrativa

ISBN 978-88-6829-167-9

Una sfida impari, quella tra la carta stampata e le nuove tecnologie, da cui il vecchio giornalismo è uscito sconfitto, stravolgendo il suo ruolo, con enormi e inutili fotografie, titoli gonfiati, articoli che nascondono messaggi pubblicitari.
Interpreti di questa crisi sono due giornalisti: l’uno giunto alla pensione senza aver ottenuto alcun successo e neppure soddisfazioni; l’altro che, al contrario, ha fatto carriera, fino a diventare direttore di un giornale nazionale. Dal suicidio, apparentemente inspiegabile di quest’ultimo, e dal messaggio di addio contenuto nel biglietto lasciato alla figlia, muove l’intera vicenda: si può ritenere dignitosa solo la “vita breve”, che non è la vita reale ma quella che comincia con il primo obiettivo raggiunto e finisce nel momento in cui ci si rende conto di non essere più in grado di ottenerne un altro di uguale importanza.
Sullo sfondo fatti reali e altri immaginati dall’autore, ma che assomigliano alla realtà di ogni giorno: un giornale prestigioso che il suo editore vuole trasformare in un Usa Today italiano, politici, donne intelligenti, donne avide, il dramma di chi perde il lavoro, la rabbia degli sconfitti, la voglia di ribellarsi. E poi una grande città che si è involgarita, ha perso la sua anima, e un’altra che ha saputo mantenere il suo fascino. Il giornalista sfortunato, che si identifica sempre più con l’amico di successo ma suicida, sceglierà di imitarlo anche nel gesto finale oppure accetterà l’agonia e la decadenza fisica? Soprattutto, i protagonisti sono davvero due, o solo la continuità uno dell’altro?

 

Roberto Gelmini è nato a Milano il 31 gennaio 1942. Giornalista professionista, ha iniziato la sua carriera all’Ansa di Milano, con Carlo Brazzi, per passare dopo appena un anno al Corriere della Sera, nella Cronaca di Franco Di Bella, cui ha dedicato per riconoscenza e per affetto questo libro.
Nel 1975 ha seguito Indro Montanelli ed è stato tra i fondatori del Giornale Nuovo. Come inviato speciale si è occupato dei più importanti fatti di cronaca, in particolare dei delitti e del terrore del brigatismo rosso.
Nel 1985 è tornato al Corriere della Sera con il ruolo di caporedattore centrale. Tre anni dopo Di Bella, nel frattempo diventato direttore editoriale del Gruppo Monti, lo ha chiamato a Roma, affidandogli la guida dell’Agenzia e poi la direzione de La Nazione di Firenze, un giornale e una città cui è rimasto profondamente legato.
Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila, lasciata la direzione de La Provincia, che aveva assunto dopo la splendida stagione fiorentina, è stato responsabile della comunicazione dell’allora sindaco di Milano. Ha vinto il Premiolino e il Premio internazionale di giornalismo “Alfio Russo”.
Ha pubblicato altri due libri: il romanzo Un’estate (2008) e il saggio politico L’onestà al potere (2012). Attualmente vive in Brianza, nel verde infinito di un parco, con la moglie, due bulldog, l’affetto di due figli ormai adulti e affermati e quattro amatissimi nipoti.

 

 

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