Questi racconti sono di chi non ha vissuto in città, vengono dalla terra, dai bricchi e dalle valli. Sono semplici come l’acqua, la terra, il fuoco. Semplici ma necessari per capire l’epoca e il suo cambiamento. La differenza fra il lento scorrimento di una volta e la irrefrenabile frenesia di oggi. Una vita che era fatta di niente, solo del necessario, e a fine giornata erano i racconti della sera ad allietarci senza bisogno della TV. Furberie, lavori, amori, voglie, superstizioni. L’uomo che va nel bosco ad aspettare la fine, la Langa e le sue colline, le vigne, la volpe, i cani, la quaglia, le lucciole, i furbi, le masche, l’amore. Volti, voci, piane, colline, galline, buoi, topi o tope, sole e nebbie.