Deportati. Storie di deportazione ed emigrazione politica nel Regno d’Italia

16,00 

Pagine: 192

ISBN: 978-88-6829-078-8
Formato: 16×22,5

Il 25 agosto 1863, con la pubblicazione del Regolamento d’attuazione della legge Pica, il governo Minghetti I e il ministro dell’Interno Ubaldino Peruzzi nominarono Silvio Spaventa segretario generale, dando inizio alla deportazione dei civili dalle province del Meridione. Migliaia di persone nascoste e dimenticate, da oltre un secolo, attendono un ritorno alla luce, attendono di riavere una identità e un riconoscimento dal degrado della vita umana relegata al domicilio coatto. Migliaia di uomini negati dalla storia, nascosti e coperti da 150 anni, uomini che attendono il riscatto della dignità di esistiti. Migliaia di persone attendono, dal Purgatorio dove sono state gettate, una forma simbolica di rivalsa per la barbarie subita.

Il 20 agosto 2013 la cancelliera Angela Merkel visitando l’ex campo di concentramento di Dachau, dove fra il 1933 e il 1945 vi furono internati oltre 200.000 detenuti di cui quasi un quarto morirono, ha dichiarato: «La memoria di questi destini mi riempie di profondo dolore e vergogna». Quel sentimento civile della vergogna in senso morale che la politica italiana non ha mai avuto. Nessuno dei governanti italiani ha mai rivolto parole in memoria delle migliaia di deportati dai governi del Regno.

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