Incipit – Prima parte

Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo (…) il mondo dato in blocco, senza né un prima né un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità implicita (…). Ogni volta l’inizio è quel momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore è l’allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la singola storia che ha deciso di raccontare.” Italo Calvino.

Il mio rapporto con l’incipit ha molto a che fare con la passione per la musica. Quando ancora non esisteva la rete, myspace ed i download gratuiti, andavo in giro per bancarelle a Porta Portese e nei negozi alternativi, tipo Disfunzioni Musicali, ed acquistavo una gran quantità di cd usati. Con il prezzo di due album nuovi di artisti affermati, ne prendevo una decina di gruppi sconosciuti, dopo aver letto le recensioni sui giornali specializzati. Ascoltavo rigorosamente i primi venti secondi di ogni pezzo. Se l’impressione era buona lo ascoltavo tutto, altrimenti lo lasciavo lì a marcire per mesi, a volte anni. La maggior parte di essi corrispondeva alla prima impressione: poca roba. Una  piccola percentuale, però, si sarebbero rivelati essere opere di preparazione ad autentici capolavori.

Non so se Manzoni, scrivendo “Ei fu siccome immobile… “, aveva in testa la parola incipit. E chissà a cosa stava pensando Mozart mentre metteva insieme le prime  note del Requiem. Di sicuro pensano all’incipit gli autori hard rock e heavy metal quando scrivono il riff di chitarra introduttivo ai loro pezzi.

 

Esercizio 1 livello di difficoltà: facile

Andate sulla rete … you tube … ascoltate i primi trenta secondi di Nothing else matter dei Metallica. Tornate indietro ed di nuovo dall’inizio ascoltate un minuto … sapete già dove il pezzo andrà a finire per i restanti sette minuti.

Esercizio 2 livello di difficoltà: difficile

Andate sulla rete … you tube … ascoltate il primi settantacinque secondi ( 1′ 15″ ) di Change of season dei Dream Theater … la difficoltà è data dalla lunghezza del pezzo, dovete avere pazienza, ma vale il sacrificio, poichè inizia la trama. Entrano i personaggi, gli altri strumenti ed il cantato, ed iniziano ad agire in modo coordinato attraverso tanti brevi motivi che rappresentano gli accadimenti. Legandoli in maniera magistrale come sanno fare loro, i Dream trasformano una serie di accadimenti in una storia. Una storia musicale. Anche se non vi piace il genere abbiate pazienza, andate avanti e concentratevi al minuto 12′. In lenta ma sicura progressione si arriva ad un cambiamento di scena che apre a orizzonti nuovi … lo spannung … l’acme dell’azione che attraverso la sua forza accende le luci su scenari nuovi. Bene. Andate avanti ed arrivate in fondo seguendo la nuova trama. Il finale vi aspetta a braccia aperte ma è come se voi lo conosceste già.

Esercizio 3 livello di difficoltà: difficilissimo

Andate sulla rete … you tube … ascoltate i primi due minuti di Also sprach Zarathustra di Richard Strauss … e poi ditemi come si fa ad andare avanti per ascoltare il resto … non ci riesco … torno indietro e lo riascolto senza riuscire ad andare avanti. Esempio di Incipit perfetto. Talmente tanto da oscurare il resto dell’opera.

Se dopo tanta pazienza iniziate ad apprezzare il metal … tornate su you tube e riascoltate Zarathustra nella versione rock dei Dream Teheater (scegliete la seconda icona dell’elenco) e poi fatemi sapere qualcosa.

Se siete riusciti ad arrivare in fondo all’articolo fate un commento. In premio, nella seconda parte, avrete l’incipit del mio terzo romanzo.

 

 

 

Antonio Bruscoli

Chirurgo da trent'anni. Da dieci attivo nella cooperazione internazionale. Lavora per Emergency. Ama scrivere.

Questo articolo ha un commento

  1. Jesa

    Bellissimo e molto realistico il tuo incipit Antonio. Come il tuo libro Kadamou, letto in solo due serate. Un libro che racconta la bellezza di un’Africa misteriosa e il coraggio, perchè di grande coraggio si tratta, di un gruppo di medici che, consci delle difficoltà a cui andranno incontro, decidono di lasciare i loro paesi, i loro affetti e il loro benessere per affrontare i disagi e i pericoli in agguato pur di curare e spesso salvare i bambini di un paese martoriato da guerre e malattie. Bellissimo il tuo incipit Antonio e stupendo il tuo libro. Aspettiamo con trepida attesa il prossimo.
    Jesa Aroma

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